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Villaggio di Tiotambo
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Villaggio di Tiotambo

PERU'



Il Perù (in spagnolo: Perú, in quechua: Piruw, in aymara: Piruw) è uno stato dell'America meridionale. Confina a nord con Ecuador e Colombia, a est con il Brasile, a sud-est con la Bolivia, a sud con il Cile, e ad ovest con l'Oceano Pacifico. Il territorio peruviano è stata sede di antiche culture, che vanno dalla civiltà Norte Chico, uno delle più antiche del mondo, all'Impero Inca, lo stato più grande dell'America precolombiana. L'Impero spagnolo conquistò la regione nel XVI secolo e vi stabilì un Vicereame, che comprendeva la maggior parte delle colonie sudamericane. Raggiunse l'indipendenza nel 1821, e la fine definitiva del dominio spagnolo sulla regione fu siglata nella battaglia di Ayacucho di tre anni dopo. Il Perù è una Repubblica presidenziale democratica rappresentativa e dal 28 luglio 2011 il capo di Stato è Ollanta Humala. Divisa in 25 regioni amministrative, la sua geografia fisica varia dalle pianure aride della costa del Pacifico, alle vette delle Ande e alle foreste tropicali del bacino amazzonico. Si tratta di un paese in via di sviluppo con un alto Indice di sviluppo umano e un tasso di povertà del 28,7%[4]. Le sue principali attività economiche sono l'agricoltura, la pesca, l'estrazione mineraria, e la produzione di prodotti tessili. La popolazione peruviana, stimato in circa 29,5 milioni, è multietnica, e compresi amerindi, europei, africani e asiatici. La principale lingua parlata è lo spagnolo, anche se un numero significativo di peruviani parlano quechua o altre lingue native, come l'aymara[1]. Questa miscela di tradizioni ha portato a una grande varietà culturale, come nell'arte, la cucina, nella letteratura, nella musica e nella cucina.

Etimologia
La parola Peruviano deriva da viru, il nome di un fiume locale che scorreva vicino al Golfo di San Miguel (Panama) nella prima metà del XVI secolo. Quando gli spagnoli vi giunsero, nel 1552, quei domini erano la parte più a sud del Nuovo Mondo a cui gli europei fossero mai giunti. Così quando Francisco Pizarro raggiunse le regioni ancora più a sud, queste furono denominate Birú o Perú. La Corona di Spagna diede al nome uno statuto legale nel 1529 con la Capitolazione di Toledo, la quale designò il caduto impero Inca come Provincia del Perú. Sotto il mandato spagnolo il paese adottò la denominazione di Secondo regno del Perú, che si convertì in Repubblica del Perú dopo l'indipendenza.

Civiltà precolombiane
I primi reperti della presenza umana in Perù sono datati a 32.000 anni fa. Inizialmente si trattava di nomadi dediti soprattutto alla caccia. Intorno al 4000 a.C. iniziarono a dedicarsi anche all'agricoltura e a creare comunità stabili, soprattutto lungo la linea costiera. Tra il 2000 e il 1000 a.C. si hanno i primi riferimenti della lavorazione della ceramica, mentre tra il 1000 e il 300 a.C. (Antico orizzonte) si sviluppa la tessitura e si segnalano notevoli sviluppi nell'uso dell'agricoltura come fonte stabile di sostentamento. Inizia l'epoca dei Chavin durante la quale ebbe inizio l'uso dei metalli (rame e oro). Il periodo intermedio, che va dal 300 a.C. al 600, vede il declino dello stile Chavin e l'affermarsi di alcune culture locali, come quella Salinar, Paracas, Moche, Trujillo e Nazca. Dal 600 al 1000 si ha il periodo del Medio orizzonte con l'ascesa dei Wari, il primo popolo espansionista di cui si abbia notizia nella zona delle Ande. Ma anche i Wari ebbero vita breve, e furono sostituiti da singoli stati regionali, come il regno dei Chimú, i Chancay, i Chachapoyas, Ica-Chincha, i Chankas. Nel XIII secolo inizia la storia degli Inca e del Regno di Cuzco, che si trasformò a breve in un impero, il Tahuantinsuyo. Questa civiltà, probabilmente la più importante della regione andina ebbe massima espansione, anche territoriale, attorno all'inizio del XVI secolo per scomparire pochi decenni più tardi con la colonizzazione spagnola. Attraverso successioni di guerre e matrimoni tra le nazioni che occupavano la valle, la regione divenne parte dell'Impero Inca. Alla morte dell'imperatore Huayna Capac l'impero venne diviso tra i suoi due figli e mentre Atahualpa, il primogenito, ricevette la parte settentrionale, con capitale Quito, il fratello Huáscar ricevette quella meridionale che manteneva la vecchia capitale Cuzco. Nel 1530 Atahualpa sconfisse Huascar e riunificò l'impero sotto di sé.

La conquista spagnola
L'impero degli Inca ebbe termine con la cattura di Atahualpa da parte di Francisco Pizarro e, nel 1535, la capitale della nuova colonia venne spostata da Cuzco, situata troppo all'interno, nella nuova città di Lima. Nel 1536 si ebbe l'ultimo tentativo degli Inca di riacquistare l'indipendenza ma, il "ribelle" Manco Inca Yupanqui (conosciuto anche come Manco Capac II), dovette ritirarsi a Vilcabamba, nella giungla, dove venne ucciso nel 1544. Dopo la conquista, completata nel 1537, venne creata la prima audiencia. Nel 1542 venne istituito il vicereame di Castiglia, in seguito rinominato vicereame del Perù, il cui territorio comprendeva buona parte del Sudamerica. Nel 1544 l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V (Re Carlo I di Spagna) nominò Blasco Núñez Vela primo viceré del Perù, ma il vicereame fu organizzato solo nel 1572 con l'arrivo del viceré Francisco de Toledo, che svolse accurate ispezioni nel territorio coloniale. Nel 1551 venne fondata la prima università del continente a Lima: l'Universidad Nacional Mayor de San Marcos. Francisco de Toledo introdusse l'Inquisizione e promulgò diverse leggi a cui dovevano rispondere sia indios che spagnoli, riducendo il potere delle encomienda e l'uso del lavoro forzato a scapito dei nativi. Migliorò la sicurezza del vicereame facendo costruire fortezze, ponti e la Armada del Mar del Sur (flotta del mare meridionale) per combattere i pirati. Nel 1572 pose fine allo stato di Vilcabamba, facendo giustiziare il sovrano Inca Túpac Amaru, e fece prosperare l'economia basata sull'estrazione di minerali, specialmente dalle miniere d'argento di Potosí. La prima missione gesuita venne fondata nel 1609 con lo scopo di "civilizzare" la popolazione indigena, ma alcune aree erano state occupate dai portoghesi grazie alle azioni dei bandeirantes, che avevano continuato le scorrerie contro gli indios nella regione del Mato Grosso e dell'Amazzonia nel 1600. Gli spagnoli non furono in grado di arrestare l'avanzata portoghese in quanto la foce del Rio delle Amazzoni risiedeva nella parte orientale al limite stabilito, e la morfologia pianeggiante delle regioni del Sertão aveva reso più facile l'avanzamento verso l'entroterra sudamericano a partire da est. Nel 1628 un distaccamento dei bandeirantes rasero al suolo una missione spagnola catturando 60.000 indigeni. Nel 1617, Francisco de Borja y Aragón divise il governo del Río de la Plata in due, con centro a Buenos Aires e nel Paraguay, entrambe dipendenti dal vicereame del Perù. Il viceré Borja y Aragón creò il Tribunal del Consulado, una corte amministrativa speciale per gestire gli affari commerciali del vicereame. Diego Fernández de Córdoba fece riformare il sistema fiscale e pose fine alle rivalità che stavano danneggiando il dominio. Altri viceré, come Fernando Torres, Borja y Aragón, Fernández de Cabrera e Fernández Córdoba fecero rinforzare la flotta e fecero costruire diversi porti per contenere gli attacchi dei pirati. Nella prima metà del XVII secolo, Fernández de Cabrera pose fine a una ribellione degli indios Uru e Araucano. Nel 1717 venne creato il vicereame della Nuova Granada che includeva una parte delle terre del Perù settentrionale, costituito dalle audiencias di Bogotá, Quito e Panamá. La disputa con i portoghesi venne risolta con il trattato di Madrid del 1750, che certificò il trasferimento di gran parte della regione amazzonica dal vicereame del Perù al Portogallo. Nel 1776 fu fondato il viceregno del Río de la Plata, comprendente le odierne Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay. La creazione dei due vicereami a discapito del territorio del Perù ridussero l'importanza del centro di Lima, spostando buona parte del commercio a Caracas e Buenos Aires, e la riduzione della produzione tessile e mineraria favorì il decadimento del vicereame. In questo periodo vi furono molti tentativi di ribellione e diverse insurrezioni. Gli Inca tentarono alcune insurrezioni contro i coloni: si accesero quattordici rivolte nel diciottesimo secolo, le più importanti delle quali furono quella comandata da Juan Santos Atahualpa nel 1742 e quella nel 1780 da Túpac Amaru II, che si pose a capo di oltre 90.000 indios, ma l'insurrezione fu soffocata nel sangue. La rivolta dei Comuneros in Paraguay iniziò nel 1721 e terminò nel 1732. Gli spagnoli espulsero i gesuiti nel 1767 dai vicereami. Sempre gli indios, nel 1814, capeggiarono un movimento indipendentista, ma anche questo tentativo andò fallito.

L'indipendenza
Il 28 luglio 1821 il generale José de San Martín, al comando della Spedizione di Liberazione del Perú proveniente dal Cile, dichiara l'indipendenza del Perú.Tuttavia, la situazione rimaneva instabile e l'effettiva liberazione del Paese fu completata solo nel dicembre del 1824, quando il Generale Antonio José de Sucre sconfisse le truppe spagnole nella Battaglia di Ayacucho. Nonostante ciò, fu solo nel 1879 che la Spagna riconobbe l'indipendenza del Perù.Così il Perú comincia a formarsi sotto il protettorato di José de San Martín mediante la costituzione di un Congresso costituente. La guerra contro la Spagna termina, sotto il comando di Simón Bolívar, con la campagna di Junín e Ayacucho, nel 1824, nella quale viene definitivamente sconfitto l'Esercito realista del Perú. L'indipendenza del Perù è uno dei tanti capitoli delle guerre di emancipazione hispano-americana, che cominciò nel 1808 e terminò nel 1829, e che vide la monarchia spagnola scontrarsi con i nascenti stati latino-americano che pretendevano l'indipendenza. Inoltre, prima dell'emancipazione hispano-americana e durante la formazione del Perù coloniale, si svilupparono altre ribelioni e rivoluzioni, che avevano come obiettivo la formazione di uno stato peruviano indipendente dall'impero spagnolo. Dopo l'indipendenza del Perú segui l'indipendenza del resto dell'America latina; ciò avviene tra il 1811 e il 1903.

Storia recente
I primi anni dell'indipendenza furono, ovviamente, alquanto caotici e caratterizzati da piccole guerre di potere. Nel 1836 la Bolivia invase il Perù, per formare la Confederazione Perù-Bolivia, che ebbe fine a seguito dell'intervento militare del Cile nel 1839 (Guerra della Confederazione). Nel 1845 salì al potere Ramón Castilla, il primo a promulgare, nel 1860, una Costituzione democratica. Dal 1864 al 1866 il Perù, fiancheggiato da Ecuador, Bolivia e Cile, fu in guerra contro la Spagna per il possesso delle isole Chincha. Nella seconda metà dell'Ottocento iniziò un modesto fenomeno emigratorio dall'Europa verso il Perù. Oltre 100.000 Italiani si trasferirono a Lima e dintorni creandovi la comunità degli Italo-peruviani, assieme ad altrettanti Europei (specialmente ebrei). Nel 1919 Augusto Leguía y Salcedo instaurò una dittatura militare, la prima di una lunga serie, fino a quando, nel 1939, divenne presidente il banchiere Manuel Prado Ugarteche. Nel 1948 un colpo di stato militare portò al potere Manuel Arturo Odría, che dichiarò fuorilegge i partiti politici. La storia recente (1980-2000) è stata anche caratterizzata dallo scontro tra lo stato peruviano e due gruppi armati di sinistra: i militanti maoisti di Sendero Luminoso sotto la guida di Abimael Guzmán, e il Movimiento Revolucionario Túpac Amaru (MRTA), comandato da Víctor Polay Campos. La Commissione di Verità e Riconciliazione, creata nel 2000 per determinare gli effetti della guerra, conclude nel 2003 che questo conflitto interno causò la morte di 70 000 cittadini, principalmente nelle zone andine e quechua-parlanti. Nel 1990 viene eletto Alberto Fujimori, il quale fece un "autocolpo di stato" il 5 aprile 1992, sciogliendo il Parlamento e instaurando la legge marziale. Nell'ottobre 1993, riesce a far approvare una nuova costituzione, che prevedeva la possibile rielezione del presidente per due mandati consecutivi, ampliandone notevolmente i poteri. Nel 1995 Fujimori viene rieletto presidente e, durante questo mandato, il suo Paese è impegnato in scontri militari con l'Ecuador per alcune aree di confine contese tra i due stati; solo nel 1998 verrà firmato un trattato che riporta la pace. Alla fine degli anni novanta, i mezzi di comunicazione più importanti sono controllati dal governo per facilitare la rielezione di Fujimori ed era già formata una vasta rete di corruzione dal consigliere presidenziale, Vladimiro Montesinos, il quale era il capo dei servizi d'intelligence. Nel 2000 nuove elezioni presidenziali e nuova vittoria di Fujimori che, però, si circonda di sospetti brogli elettorali e scandali di corruzione. In novembre 2000, Fujimori viaggiò nel Brunei per partecipare al summit dell'Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), e non ritornò in Perù. Invece, si fermò nel Giappone e rinunciò alla presidenza via fax. Nel 2002, viene eletto a Presidente della repubblica il moderato Alejandro Toledo Manrique. Nel 2006 vengono celebrate le nuove elezioni presidenziali. Il 4 giugno si è svolto il turno di ballottaggio (nel quale si sono affrontati i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno) che ha visto il prevalere del candidato socialdemocratico Alan García - giunto al secondo mandato presidenziale - sul candidato nazionalista e antiliberista Ollanta Humala. Il 15 agosto 2007 il paese è stato colpito da due violente scosse di terremoto (le maggiori registrate nella zona dagli anni ottanta) che hanno causato - secondo un primo bilancio - la morte di 510 persone e 1.150 feriti. Nel 2010 si sono fatte le elezioni presidenziali a cui hanno partecipato Ollanta Humala e Keiko Fujimori, figlia dell'ex-presidente Alberto. Il primo ha vinto e oggi è l'attuale presidente del Perù.

Geografia
Il Perù, con un'estensione di 1.285.216 km2 è il terzo Paese del Sud America per grandezza del territorio (dopo Brasile e Argentina). Confina con l'Ecuador e la Colombia a nord, il Brasile a est, con la Bolivia a sud-est, con il Cile a sud, e l'Oceano Pacifico a ovest. La Cordigliera delle Ande corre parallela all'Oceano Pacifico, e separa le tre regioni tradizionalmente utilizzate per descrivere geograficamente il paese. La Costa, a ovest, è una stretta pianura, in gran parte arida, ad eccezione delle valli create da fiumi stagionali. La Sierra è la regione delle Ande, costituita da altipiani con vette che superano spesso i 6000 metri di altezza (come, ad esempio, il monte Huascarán, che raggiunge i 6768 m)[6]. La Selva è formata da un vastissimo bassopiano che è attraversato da grandi fiumi (Marañón, Ucayali) che danno origine al Rio delle Amazzoni; questa regione, dal clima caldo e umido, è ricoperta da un manto di foreste impenetrabili, ed è la zona meno abitata del Perù (meno di 1 abitante per chilometro quadrato).

Idrografia
Il Perù contiene il 4% dell'acqua totale del pianeta. I maggiori bacini idrografici sono tre; il bacino del Rio delle Amazzoni, che scorre a est delle Ande, il bacino del Pacifico, ove scorrono fiumi che nati dalla Cordigliera scorrono a ovest verso il Pacifico, e la conca del Lago Titicaca, al confine con la Bolivia. Il Titicaca è il secondo lago più vasto dell'America meridionale, nonché il più alto lago navigabile del mondo (3800 m s.l.m.).

Clima
A differenza di altri paesi vicini all'equatore, il Perù non ha un clima tropicale in tutte le sue regioni. Le alte montagne andine e la corrente di Humboldt determinano una grande diversità climatica tra le diverse regioni. La costa, fino ai 2000 m, ha un clima subtropicale arido, con temperature influenzate dalle correnti oceaniche; nonostante la latitudine tropicale infatti, sulla costa soffiano spesso i venti antartici della corrente di Humboldt, secca e fredda, il che determina una quasi assenza delle piogge sulla costa ed una temperatura più da zona temperata che da zona tropicale, con valori compresi tra 20 e 27 gradi e precipitazioni inferiori a 200  mm all'anno. Talvolta, El Niño porta correnti più calde e umide, soprattutto nella parte settentrionale della costa. Nella sierra oltre i 1000 m il clima è temperato, le temperature si aggirano sui 20 gradi e le precipitazioni comprese tra 500 e 1200 mm all'anno. Al di sopra dei 3000 m le temperature si abbassano ulteriormente avvicinandosi ai 0°C.
Nell'Amazzonia invece il clima è generalmente più caldo e piovoso, con temperature comprese tra i 25 e 30°C e precipitazioni costantemente attorno ai 2000 mm all'anno.

Popolazione
Con una popolazione di oltre 29.000.000 di abitanti secondo un calcolo dell'INEI (Istituto Nazionale di Statistica e Informatica) pubblicato su El Comercio, quotidiano di Lima, il 9 gennaio 2011,[10] il Perù è il quarto paese più popolato del Sudamerica. La densità di popolazione è di 22 abitanti per km² e il tasso di incremento annuo è 1,6%. Il 54,6% della popolazione peruviana vive sulla costa, il 32,0% nella regione andina e il restante 13,4% nella selva amazzonica. La popolazione urbana equivale al 76% e quella rurale al 24% del totale. Le principali città si trovano lungo la costa, i maggiori centri sono: Piura, Chiclayo, Trujillo, Chimbote, Lima, Ica. Nella regione andina le principali città sono Arequipa, Cajamarca, Ayacucho, Huancayo e Cuzco. Infine nella selva amazzonica la città più importante è Iquitos, seguita da Pucallpa, Tarapoto e Juanjui. Salvo le città di Chimbote, Tarapoto e Juanjui, tutte le altre sono capoluoghi di regione.
















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